In questi giorni si sono ripetuti numerosi appelli rivolti al governo per un provvedimento straordinario di regolarizzazione. Organizzazioni della società civile, accademici, sindacati, categorie produttive e rappresentanti del mondo politico chiedono di occuparsi finalmente dei tanti cittadini stranieri invisibili presenti nel nostro Paese, dando loro la possibilità di vivere e lavorare legalmente, andando a colpire marginalità sociale, lavoro sommerso e sfruttamento lavorativo e aumentando le entrate per lo Stato. Per una maggiore sicurezza sanitaria e sociale, quindi, e per una reale tutela dei diritti di tutti.
Noi promotori della campagna Ero Straniero questa richiesta la poniamo da tempo, anche attraverso una proposta di legge popolare depositata alla Camera a fine 2017 e ora all’esame della Commissione affari costituzionali.
Vogliamo ribadire ancora una volta – oggi più che mai, visto il momento di emergenza sanitaria che stiamo vivendo – che un provvedimento di regolarizzazione è necessario, ma deve essere il più ampio possibile, senza ridursi solo al settore agricolo o a pochi altri, come previsto nella bozza di decreto circolata nei giorni scorsi.
Andrebbero poi ampliate le tipologie di contratto di lavoro previste per la procedura di emersione, senza il limite del tempo determinato; non dovrebbero essere imposti contributi onerosi non sostenibili; e non dovrebbero essere penalizzati i lavoratori stranieri che non riuscissero a finalizzare la propria domanda per motivi imputabili al datore di lavoro, ampliando i tempi per ottenere un permesso di soggiorno anche oltre il 31 dicembre 2020 (termine previsto nella bozza).
Ci rivolgiamo quindi ai partiti di maggioranza affinché si esprimano pubblicamente sulla necessità di ampliare la misura quanto più possibile e di intervenire per migliorare la bozza del decreto rispetto ai limiti da noi evidenziati, con la speranza che facciano tesoro del lavoro prezioso svolto nell’ultimo anno alla Camera in merito alla nostra proposta di legge e di quanto emerso dal confronto di esperti e rappresentanti delle diverse realtà competenti in materia di immigrazione. Per contrastare l’irregolarità e tutte le distorsioni sociali, economiche e di sicurezza che tale fenomeno comporta, servono soluzioni a lungo termine, pragmatiche e più coraggiose. Serve andare fino in fondo, per il bene di tutto il Paese.